Calvizie. Come riconoscere l’alopecia androgenetica

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Con il termine calvizie si intende una carenza o totale assenza di capelli e peli nella zona del cuoio capelluto. Si tratta di una condizione in alcuni casi temporanea, qualora vi sia una fase transitoria di inibizione del follicolo pilifero, o permanente, quando il follicolo pilifero è definitivamente inattivo.

La più comune forma di calvizie prende il nome di alopecia androgenetica (AGA). È una condizione morbosa cronica e geneticamente determinata, che consiste in un processo di miniaturizzazione dei follicoli piliferi, che porta al raggiungimento di uno stato di totale atrofia.

Il termine alopecia deriva dal greco alópex (volpe), e indica una tipologia di perdita di capelli a chiazze, tipica del pelo della volpe in primavera.

L’alopecia androgenetica si manifesta generalmente a partire dalla pubertà, sebbene ogni caso sia unico e non sia possibile identificare un’età definita in cui la condizione si sviluppi. Presenta importanti ripercussioni sulla sfera psicologica dell’individuo affetto, tanto da condizionarne le relazioni interpersonali in ambito lavorativo e privato.

La calvizie intacca i follicoli piliferi causandone una progressiva involuzione. Il processo è dovuto dall’azione degli ormoni androgeni, e in particolare, del diidrotestosterone (DHT), metabolita attivo del testosterone.

Negli uomini si manifesta, generalmente, tramite un arretramento progressivo della linea frontale, e un diradamento della zona del vertice, le regioni androgeno-dipendenti del cuoio capelluto, cioè quelle intaccate dall’azione dell’ormone. Può arrivare a interessare l’intera zona superiore dello scalpo (frontale, mid-scalp e crown), risparmiando le zone parietali e quella occipitale, dove i follicoli non subiscono l’azione del diidrotestosterone e dove, di conseguenza, non si manifesta la caduta. Tale area è definita “zona safe”.

 

Le cause dell’alopecia androgenetica

Le cause dell’alopecia androgenetica sono tutt’ora oggetto di studio da parte degli esperti.

È stato approvato che la condizione riconosca diverse cause, in particolare genetiche. Quanti più geni sono predisposti alla calvizie, tanto più grave sarà il grado della calvizie.

Tutti gli altri fattori possono essere identificati come concause, tuttavia non possono scatenare il fenomeno di caduta in assenza di una particolare predisposizione genetica.

Sicuramente fattori ormonali sono da annoverare tra questi elementi. Già Aristotele e Ippocrate osservarono la mancanza di calvizie negli eunuchi e nei bambini. L’alopecia androgenetica non si manifesta mai in assenza di ormoni maschili. Anche nella donna sono gli ormoni androgeni a causare la caduta.

Disfunzioni del sistema endocrino, quali in particolare l’ipotiroidismo, possono avere ripercussioni sul metabolismo del soggetto interessato. Anche il cuoio capelluto ne è influenzato.

Anche l’assunzione di particolari farmaci contro problemi di depressione, ipertensione, cancro e malattie cardiache, può causare fenomeni di caduta di capelli.

Infine, una dieta povera e non equilibrata può contribuire a un indebolimento del fusto dei capelli e dei follicoli piliferi e, in individui geneticamente predisposti, può contribuire alla caduta e al diradamento. È essenziale, di conseguenza, seguire un’alimentazione sana e ricca, al fine di evitare episodi di anemia (mancanza di ferro) e carenza di vitamine o proteine, essenziali per il benessere dei capelli.

 

Epidemiologia. Numero di casi registrati

Nella maggior parte dei casi, il problema della calvizie è presentato dagli individui affetti direttamente al proprio medico, senza rivolgersi a strutture pubbliche. Non vi sono, di conseguenza, studi importanti e ad ampio spettro effettuati sulla popolazione per definire dati epidemiologici completi.

Le informazioni disponibili sono generalmente basate su studi eseguiti su piccoli campioni, che di conseguenza non possono essere considerati rappresentativi.

In linea generale, gli esperti concordano che la perdita dei capelli androgenetica si presenti, nel corso della vita, quasi nel 100% degli individui di sesso maschile di razza caucasica, e nel 50% delle donne.

Gli uomini di razza nera e asiatica hanno una probabilità di quattro volte inferiore di sviluppare l’alopecia androgenetica e, qualora si sviluppi la condizione, l’inizio è ritardato.

 

Calvizie fisiologica

Con il termine “calvizie fisiologica” facciamo riferimento all’alopecia fronto-parietale maschile. Si manifesta tramite l’arretramento della linea fronto-parietale dei capelli, fino al raggiungimento della “stempiatura”, data dalla forma a M che incornicia il volto. Può essere riconosciuta nel 1° e nel 2° stadio della Scala Norwood.

Non è obbligatorio che l’alopecia fronto-parietale porti al diradamento tipico dell’alopecia androgenetica. Può limitarsi a una stempiatura, senza che la densità nell’area del mid scalp e del vertice sia in alcun modo alterata. Non è però semplice distinguere tra le due condizioni, in quanto anche l’alopecia androgenetica inizia generalmente con un arretramento della linea frontale.

Si ritiene che le cause di questa forma di calvizie siano genetiche, ma che i geni siano diversi rispetto a quelli responsabili dell’alopecia androgenetica.

È essenziale comprendere immediatamente quale forma di calvizie si abbia di fronte, in modo da prevedere l’evolversi della caduta. Sarà così possibile comprendere se e quando il soggetto interessato diventerà calvo, e definire un piano terapeutico efficace a contrastare o, nei casi più fortunati e meno severi, invertire il fenomeno di caduta.

 

Negli uomini, la calvizie può essere distinta in:

  • Calvizie a evoluzione rapida: questa tipologia di caduta di capelli inizia intorno ai 17-18 anni, spesso con angoli di alopecia frontoparietale molto profondi, e diviene ben visibile intorno ai 19 – 20 anni. Nei casi più gravi può portare agli stadi 5° – 6° della scala di Norwood già entro i 28 – 30 anni.
  • Calvizie a evoluzione lenta: si manifesta intorno ai 27 – 35 anni in individui che già presentano un grado 2° o 3° di tipo A sulla scala di Norwood e progredisce nel corso degli anni e dei decenni lentamente, senza generalmente superare lo stadio 3° vertex. Solo nel 10% – 15% dei casi può raggiungere gli stadi 4° o 5°. In questo caso gli angoli di alopecia frontoarietale sono profondi ma non molto aperti.