PRP (Plasma Ricco di Piastrine)

880

Il PRP prevede l’utilizzo di sostanze derivate dal sangue umano autologo. Ha subito grande diffusione nel mondo medico e clinico e sono svariate le sue applicazioni. Diversi studi hanno provato l’effetto terapeutico delle cellule ematiche e del plasma per la cura di diverse patologie.

Con il termine “autologo” intendiamo una sostanza naturale, di derivazione umana proveniente dallo stesso paziente, in modo da evitare qualsiasi effetto collaterale, allergia o reazioni immunologiche causate dal fatto che il corpo riconosce un corpo estraneo.

In questo contesto si sviluppa la tecnica di PRP, dall’inglese Platelet Rich Plasma. Il PRP è costituito da plasma sanguigno caratterizzato da una concentrazione molto più alta di piastrine rispetto a quella presente nel sangue non trattato.

Tra le principali funzioni del PRP ricordiamo in particolare:

  • Stimolazione dei processi di riparazione e di crescita dei tessuti;
  • della proliferazione cellulare;
  • rivascolarizzazione;
  • produzione dei fibroblasti;
  • Accelerazione dei processi di cicatrizzazione e di guarigione di traumi e ferite;
  • Biostimolazione della produzione di collagene.

Tutte queste funzioni sono svolte dalle piastrine.

 

Ambiti di applicazione del PRP

Di seguito un breve elenco di tutti gli ambiti di applicazione del PRP.

  • Chirurgia cardiovascolare;
  • Addominale;
  • Maxillo facciale;
  • Ortopedica;
  • Plastica ricostruttiva;
  • Chirurgia di trapianto di capelli;
  • Ustioni;
  • Odontoiatria (in particolare per implantologia ed estrazioni);
  • Dermatologia:
  • Ricostruzione cutanea e trapianti;
  • Reinnesto cellule autologhe;
  • Coltivazione in vitro;
  • Ulcere;
  • Terapia delle lesioni croniche (Es: RX terapia)
  • Rigenerazione dei tessuti;
  • Ricerca e sviluppo:
  • Differenziazione cellulare;
  • Guarigione guidata;
  • Separazione cellulare;
  • Cultura cellulare.

 

Il PRP e la Hair Restoration

Recentemente il PRP ha trovato ampia applicazione anche nell’ambito della cura alla calvizie, e in particolare in correlazione alla chirurgia di trapianto di capelli. In particolare il compito del trattamento è quello di aumentare e preservare le funzionalità dei follicoli piliferi, migliorare e velocizzare la guarigione dei tessuti dopo la procedura, stimolare la vitalità di follicoli piliferi in stato di atrofia cercando di stimolare una nuova crescita di capelli.

Il trapianto di capelli è una procedura molto delicata. Sebbene i tassi di sopravvivenza dei follicoli piliferi estratti dalla zona donatrice siano considerevolmente migliorati negli ultimi anni, grazie alla costante evoluzione delle tecniche di trapianto, può accadere che le unità follicolari siano danneggiate durante il processo.

Le ragioni possono essere molteplici. Innanzitutto, le graft devono essere ben idratate e mantenute a una temperatura idonea alla loro sopravvivenza. Inoltre, inevitabilmente, durante il periodo in cui rimango sradicate dal cuoio capelluto, subiscono la mancanza della vascolarizzazione e una privazione di ossigeno.

La tecnica di PRP può essere utilizzata per risolvere questo problema, poiché aumenterebbe la velocità di guarigione dell’area ricevente e, di conseguenza, anche la vascolarizzazione dei follicoli. Ciò favorirebbe una migliore ricrescita dei capelli.

Si tratta di ipotesi avanzate da molti esperti del settore. Tuttavia ancora non si dispone di studi realizzati su numeri sufficienti di pazienti, che possano provare con certezza l’efficacia del trattamento.

Cosa pensano i chirurghi del PRP?

Negli ultimi mesi, alcune cliniche specializzate nel trapianto di capelli hanno condotto degli studi su campioni limitati di individui per cercare di comprendere se il PRP possa essere utilizzato nell’ambito della hair restoration, per la cura della calvizie, ma non in correlazione al trapianto di capelli.

L’obiettivo è capire se il PRP riesca a invertire il processo di miniaturizzazione dei capelli causato dall’alopecia androgenetica e favorirne una nuova ricrescita in zone già completamente glabre. Non esistono ancora risultati standardizzati in merito a questa ricerca, tuttavia se questa tecnica dovesse funzionare, potrebbe rappresentare un nuovo strumento a disposizione di pazienti affetti da calvizie.