Donne e ragazzi giovani, il trapianto si può fare?

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Il trapianto di capelli, come già indicato, può essere eseguito anche nelle donne. Tuttavia, l’approccio da seguire deve essere diverso rispetto a quello utilizzato con gli uomini.

Innanzitutto è essenziale tenere in considerazione le ripercussioni della caduta dei capelli sulla sfera psicologica della paziente. La calvizie è generalmente accettata come un processo fisiologico tipico degli uomini, ma non delle donne, sebbene, come sappiamo, colpisca individui di entrambi i sessi.

Innanzitutto il chirurgo deve comprendere se la causa del trapianto sia l’alopecia androgenetica. Se così non fosse, il trapianto non rappresenterebbe l’opzione corretta per la paziente. Importante è anche presentare con estrema trasparenza le possibilità di miglioramento, ridimensionando le aspettative, molto spesso troppo alte.

È poi essenziale comprendere se l’area donatrice abbia una densità idonea e presenti capelli sufficientemente robusti. Generalmente i prelievi si eseguono esclusivamente nella zona centrale della nuca, evitando le aree laterali e temporali. Ricordiamo, infatti, che nelle donne la caduta può interessare anche queste ultime.

Infine è opportuno non dimenticare di informare la paziente che con la menopausa potrebbe verificarsi un’ulteriore caduta, e che quindi un’altra chirurgia potrebbe rivelarsi necessaria.

 

Trapianto di capelli nei giovani

Come già indicato negli articoli precedenti, non è raro trovarsi di fronte a casi di calvizie precoce, le cui conseguenze psicologiche possono addirittura peggiorare notevolmente la qualità della vita del giovane paziente.

Per comprendere se il trapianto sia una buona soluzione al problema, è innanzitutto importante che il chirurgo analizzi gli eventuali casi di calvizie nella famiglia del ragazzo. Si possono osservare le condizioni del papà, dei fratelli, per cercare di capire quale possa essere l’evoluzione della caduta.

Ricerche recenti sembrano dimostrare che siano i geni materni i responsabili dell’alopecia androgenetica. Si raccomanda, di conseguenza, di osservare la condizione del nonno materno per comprendere quale grado di calvizie possa essere raggiunto.

Se lo stadio della caduta non è ancora avanzato, nella maggior parte dei casi è opportuno attendere qualche anno in modo che la situazione si stabilizzi. Nel frattempo, si consigliano terapie farmacologiche con Finasteride e Minoxidil per contrastare il processo di miniaturizzazione e il progredire della condizione.

Nel caso in cui il chirurgo ritenga opportuno eseguire il trapianto, si consiglia di adottare un approccio conservativo, rispettando in particolare l’area donatrice, in modo da preservarla per chirurgie future.

Qui di seguito un video molto interessante sull’approccio che bisognerebbe avere in caso il paziente fosse molto giovane. L’intervista è del 2010 e a sette anni di distanza si dimostra ancora attuale.

Trapianto di capelli nelle donne

Il trapianto di capelli, come già indicato, può essere eseguito anche nelle donne. Tuttavia, l’approccio da seguire deve essere diverso rispetto a quello utilizzato con gli uomini.

Innanzitutto è essenziale tenere in considerazione le ripercussioni della caduta dei capelli sulla sfera psicologica della paziente. La calvizie è generalmente accettata come un processo fisiologico tipico degli uomini, ma non delle donne, sebbene, come sappiamo, colpisca individui di entrambi i sessi.

Innanzitutto il chirurgo deve comprendere se la causa del trapianto sia l’alopecia androgenetica. Se così non fosse, il trapianto non rappresenterebbe l’opzione corretta per la paziente. Importante è anche presentare con estrema trasparenza le possibilità di miglioramento, ridimensionando le aspettative, molto spesso troppo alte.

È poi essenziale comprendere se l’area donatrice abbia una densità idonea e presenti capelli sufficientemente robusti. Generalmente i prelievi si eseguono esclusivamente nella zona centrale della nuca, evitando le aree laterali e temporali. Ricordiamo, infatti, che nelle donne la caduta può interessare anche queste ultime.

Infine è opportuno non dimenticare di informare la paziente che con la menopausa potrebbe verificarsi un’ulteriore caduta, e che quindi un’altra chirurgia potrebbe rivelarsi necessaria.