Artas, il robot per l’estrazione delle unità follicolari

1096
artas

Artas. Cos’è? Il robot per la chirurgia

Artas è il primo sistema sviluppato per l’esecuzione robotica del trapianto di capelli. Fu sviluppato dall’azienda californiana Restoration Robotics e nel 2011 fu approvato dalla FDA (Food and Drug Administration).

Attualmente sono presenti più di 100 esemplari in tutto il mondo, utilizzati da cliniche specializzate nel trapianto di capelli.

 

Come funziona Artas?

Artas seleziona automaticamente le unità follicolari dall’area donatrice. Grazie a un complesso algoritmo, il software predilige le unità follicolari che presentano almeno due capelli. Il sistema è in grado di evitare il rischio di “over harvesting”, cioè un prelievo eccessivo che potrebbe danneggiare l’area donatrice dello scalpo.

Le unità follicolari sono rimosse dal cuoio capelluto attraverso la gestione di un punch motorizzato. Queste saranno poi controllate e inserite nella zona ricevente dello scalpo. La fase degli innesti è eseguita manualmente dal tecnico specializzato.

 

Critiche ad Artas

Sebbene il sistema Artas presenti delle innegabili qualità, sono molte le critiche mosse al robot.

Tra gli aspetti positivi ricordiamo in particolare che:

  • lo sforzo dello staff che esegue il trapianto è decisamente inferiore rispetto a un trapianto eseguito interamente da esseri umani;
  • l’area ricevente e la distribuzione delle unità follicolari sono ben analizzate prima del prelievo al fine di evitare innaturali “effetti bambola”.
  • Si tratta di una procedura FUE, quindi le unità follicolari sono estratte singolarmente, evitando la necessità di eseguire suture.
  • Trattandosi di estrazioni FUE, i tempi di guarigione sono inferiori rispetto a quelli del trapianto Strip.

 

Di seguito le critiche mosse al sistema:

  • I pazienti non sono più in grado di distinguere le abilità del chirurgo, aspetto invece fondamentale per la scelta della clinica per il trapianto.
  • Una clinica di qualità non avrà più la possibilità di differenziarsi dai competitor.
  • Le estrazioni in alcune zone dell’area donatrice, in particolare nell’area sottostante la protuberanza occipitale, non sono realizzabili con il robot. Il numero di unità follicolari non sfruttate è molto alto.