Come diagnosticare la perdita dei capelli

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Tricogramma. Estrazione e studio del capello

Si tratta del metodo diagnostico più utilizzato e diffuso. È utilizzato dagli specialisti per quasi tutti i pazienti che lamentano una caduta di capelli inspiegabile.

Si svolge tramite l’estrazione di un determinato numero di capelli (generalmente tra le 25 e le 50 unità) e l’analisi della loro conformazione, al fine di identificare eventuali anomalie nel ciclo di vita dei follicoli piliferi. Tutti i capelli sono distinti, secondo le caratteristiche morfologiche che presentano, in base alla fase di vita in cui si trovano: anagen, catagen e telogen.

Dopo che le estremità del capello sono staccate, vengono esaminate con l’ausilio di un microscopio. In questo modo lo specialista è in grado di valutare le condizioni del fusto e del bulbo pilifero.

È possibile anche tagliare o rasare una piccola zona del cuoio capelluto per potere poi valutare la ricrescita dei capelli nell’arco di circa quattro settimane. In questo modo, si possono avere indicazioni orientative sulla diagnosi di alopecia androgenetica.

Un’opzione simile è rappresentata dal fototricogramma. La zona rasata del cuoio capelluto è monitorata tramite delle fotografie scattate per un periodo che varia dai 3 ai 5 giorni, per poter monitorare la ricrescita dei capelli.

 

Biopsia del cuoio capelluto

Qualora siano necessarie delle informazioni supplementari, non ottenibili con un tricogramma, si opta per una biopsia del cuoio capelluto, strumento ideale per valutare il meccanismo di crescita interno al follicolo pilifero.

Nel caso in cui si sospettino un’anomalia del fusto del capello, un’infezione batterica o virale, è necessario rimuovere il fusto per poterlo esaminare al microscopio.

 

Analisi del capello

Per comprendere se l’anomalia che colpisce il capello sia ereditaria o, al contrario, causata da farmaci o da contaminazione da metalli pesanti, è possibile eseguire un test di laboratorio in cui si analizza il capello.

Questo esame può essere utile per determinare la causa e il meccanismo dell’anomalia, ma non ha alcun valore per la diagnosi di una malattia sistemica o lo stato nutrizionale del cuoio capelluto.

 

L’importanza della fotografia

Il monitoraggio dei miglioramenti clinici di coloro che si sottopongono a terapie farmacologiche contro la calvizie non può basarsi semplicemente sul ricordo o su una cartella di dati. Il metodo migliore per valutare costantemente e accuratamente una condizione è la fotografia.

È essenziale realizzare innanzitutto delle fotografie nel momento in cui il paziente si affida al tricologo e da quel momento, ogni qualvolta si abbia un incontro di follow-up, sarà opportuno registrare eventuali miglioramenti o peggioramenti, anche impercettibili, tramite un ausilio fotografico.

A tale scopo è stato sviluppato uno stativo che consente di realizzare le fotografie mantenendo la testa del paziente sempre nella stessa posizione. In questo modo, si possono scattare delle fotografie che permettano di confrontare con precisione la situazione a distanza di mesi.

 

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio possono essere utili per chiarire le cause della caduta dei capelli. Di seguito elenchiamo le principali indagini che possono chiarire la patogenesi della calvizie:

 

Screening non ormonali

Importanti poiché consentono di valutare lo stato generale di salute del paziente e la corretta funzionalità epatica e renale. Un buono stato di benessere permette un giusto catabolismo dei farmaci che sono eventualmente prescritti per la terapia contro la calvizie.

Questi esami permettono anche di evidenziare una dieta inappropriata o un malassorbimento grave.

 

Dosaggio ormonale nel plasma

In particolare, gli indicatori da considerare riguardano:

  • Cortisolo;
  • Testosterone;
  • Diidrotestosterone (DHT);
  • Prolattina (PRL);
  • Ormoni tiroidei;
  • Deidroepiandrosterone (DHEA);
  • 17-idrossiprogesterone (17-OHP).

 

Screening genetico per la calvizie comune

L’alopecia androgenetica è una condizione causata da fattori multigenici. Solo chi possiede un corredo enzimatico sfavorevole geneticamente determinato sviluppa la malattie.

È difficile comprendere esattamente quale sia il meccanismo che porta alla caduta dei capelli, poiché la variabilità è altissima. Recenti studi hanno dimostrato che il gene recettore per gli ormoni androgeni è localizzato sul cromosoma X. Perciò l’uomo eredita il gene dalla madre. Per questo motivo, per comprendere se un individuo sia affetto da calvizie comune, molto spesso è utile osservare la condizione del nonno materno.

Tuttavia, ulteriori ricerche hanno mostrato un’altra regione genetica associata alla calvizie a livello del cromosoma 20. Tale cromosoma è trasmesso sia dal padre, sia dalla madre. Per questo motivo alcuni uomini sviluppano una calvizie simile a quella del proprio padre.

Anche nelle donne la calvizie ha cause genetiche, e sembra che il recettore per gli androgeni sia localizzato sul cromosoma X.

Eseguire uno screening genetico, in entrambi i sessi, quindi, può aiutare a comprendere quali siano le probabilità di sviluppare la patologia. Non si tratta, tuttavia, di un test diagnostico.